Ritornano sulla scena in versione 2.0 la giornalista-narrante, l’ensemble strumentale e la moltitudine di voci e volti che raccontano, denunciano, urlano le ricorrenti tragedie del nostro tempo. Un disordinato coro di appelli, denunce e invettive, spaventato, disperato e ironicamente cinico, spesso fatto di brevi filmati sparsi nella rete. Dalle tragedie naturali alle tragedie del lavoro, dal problema dei rifiuti al cambiamento climatico: le voci di un Italia e un’Europa che reagiscono, si ribellano e inseguono la loro voglia di libertà, si fondono con la musica di Fabio Cifariello Ciardi eseguita dall’Icarus Ensemble e dal croato Cantus Ansambl. A condurre il pubblico dentro e fuori dal mondo raccontato dalle voci e dalle immagini, la giornalista Luciana Coluccello. 

Prima assoluta

Spostato al Teatro Ristori

«E vidi un angelo pieno di forza discendere dal cielo, avvolto in una nube, […] dicendo: “Non ci sarà più Tempo; ma il giorno della tromba del settimo angelo si compirà il mistero di Dio”». Con un passo del X capitolo dell’Apocalisse di San Giovanni si apre la partitura di una delle più celebri opere di musica cameristica del ventesimo secolo. Composto tra la fine del 1940 e i primi giorni del 1941 nel campo di concentramento di Görlitz, nell’attuale Polonia, dove Messiaen era internato, il quartetto fu eseguito per la prima volta nel campo stesso, davanti a un pubblico di prigionieri e guardie. Un’opera inesauribile, che di fronte agli abissi e ai disordini della guerra apre uno squarcio mistico e si interroga, in chiave teologica, filosofica e musicale, proprio sul problema del tempo.

Programma 

Olivier Messiaen 
Quatuor pour la fin du temps  per violino, clarinetto, violoncello, pianoforte  
Composto nel campo di concentramento di Görlitz nel 1940-41.  

  1. Liturgie de cristal 
  2. Vocalise, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps 
  3. Abîmes des oiseaux 
  4. Intermède 
  5. Louange à l’éternité de Jésus 
  6. Danse de la fureur pour les sept trompettes 
  7. Fouillis d’arcs-en-ciel, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps 
  8. Louange à l’immortalité de Jésus  

 

Bazylek è un buffo drago, protagonista di tante leggende di Varsavia. Esistendo tra due mondi – la realtà e la fiaba – pensa e agisce come un bambino: è sempre molto curioso di tutto, ma la musica è la sua più grande passione. Coraggioso, sensibile e pieno di energia, Bazylek fa amicizia facilmente con i musicisti e il pubblico. Questa volta, insieme al quintetto di fiati della rinomata orchestra Sinfonia Varsovia, Bazylek vuole rievocare i ricordi dei suoi numerosi viaggi intorno al mondo. Quando l’orchestra era in tournée, lui la seguiva di nascosto nella custodia di uno strumento: una splendida occasione per incontrare creature leggendarie straniere, per raccogliere oggetti misteriosi e, cosa più importante, souvenir musicali. Ora è il momento di condividerli con il giovane pubblico di Mittelfest! 

Prima nazionale

Progetto Famiglia  
Da 3 anni in su 
Spettacolo musicale e mimato, con frammenti in lingua inglese e italiana 

Musiche di
Claude Debussy 
Kaspar Kummer  
Stanisław Moniuszko 
Jacques Ibert  
Ronaldo Miranda 
Malcolm Arnold 
Gioachino Rossini 

E se Cividale non fosse un paese italiano vicino al confine sloveno, ma un paese all’estremo est dell’impero austroungarico, al confine con l’impero russo, agli inizi del secolo scorso? Se il fiume, le case, la chiesa, la taverna di Cividale fossero invece fiume, case, chiesa e taverna di Zlotogrod, la località letteraria dove il celebre scrittore Joseph Roth ha ambientato diversi racconti? Uno spettacolo itinerante di teatro e circo attraverso il centro di due cittadine sovrapposte sotto la guida di un inflessibile verificatore di pesi e misure. Gli abitanti lo disprezzano, ma lui resta fedele al suo compito: scovare i pesi falsi. Ogni cosa passa in secondo piano, perché prima di tutto viene la Legge, il rigore dell’esattezza. Si sa, tuttavia, che «anche i funzionari sono esseri umani».  

Prima assoluta

Spettacolo itinerante attraverso il centro di Cividale del Friuli 
Si consiglia un abbigliamento comodo e di dotarsi d’acqua 

Il mare come un’anima che si dispiega senza confini. Dalle onde nascono i giganti, dai pesci le sirene, dalle trasparenze incerte i mostri e le visioni. Accompagnati da poesia e canto, immersi in paesaggi sonori e visivi, due acrobati e danzatori si muovono su una struttura vertiginosa, evocando le condizioni estreme della navigazione in barca a vela. I loro corpi ci raccontano un naufragio al contrario, riemergono dagli abissi, da una nave silenziosa e adagiata sul fondo dell’oceano fino all’eccitazione per la partenza imminente. Danza, circo e musica dal vivo si fondono in uno spettacolo palpitante che ci getta fra onde indomabili e venti burrascosi. Il viaggio in mare e il naufragio come metafore della vita e come rimando concreto ai disordini del nostro mondo. Chi approderà? 

Confermato in Piazza Duomo
d’ora in avanti non sarà più possibile il ricovero al chiuso

Il Quintetto di fiati della celebre Sinfonia Varsovia, che quest’anno festeggia il suo 40° anniversario, presenta a Mittelfest un programma che unisce opere di compositori polacchi e alcuni tra i più interessanti brani scritti e arrangiati per questo tipo di formazione. Come un guscio di noce – “nutshell” – i nobili suoni del quintetto racchiudono il crogiolo di culture e linguaggi che caratterizza la musica europea. Da Rossini a Dvořák, da Bizet alla compositrice polacca Grażyna Bacewicz, fino allo storico direttore d’orchestra Krzysztof Penderecki: un viaggio nel tempo che fa la spola tra la Polonia e il resto dell’Europa, sintetizzando – in breve, “in a nutshell” – i disordini degli ultimi duecento anni di storia europea. Il caos si trasforma in ordine, in un modello, racchiuso in un guscio musicale. 

Prima nazionale

Programma

Stanisław Moniuszko, Highlanders’ Dances dall’opera Halka (arr. Piotr Kamiński) 
Alexander Zemlinsky, Humoreske (Rondo) 
Antonín Dvořák, Slavonic Dances op. 72 No. 2 (arr. Ulf Guido Schafer) 
Jacques Ibert, Trois pièces brèves
Tadeusz Szeligowski, Allegro con brio
Krzysztof Penderecki, Aria da Three Pieces in Old Style (arr. Piotr Kamiński)
Grażyna Bacewicz, Allegretto e Vivo da Quintetto per strumenti a fiato 
Gioacchino Rossini, Overture dall’opera L’Italiana in Algeri (arr. Bill Holcombe and Bill Holombe Jr)
Georges Bizet, Carmen Suite (arr. David Walter)

«Non è mica necessario levarsi in volo fino al sole» scrive Kafka, «basta strisciare fino a un posticino pulito sulla terra dove ogni tanto il sole faccia la sua comparsa e ci si possa riscaldare un po’». I personaggi della Tana osservano dai loro rifugi il nostro mondo. Un cane alla catena può pure riflettere sulla libertà, sull’ambizione umana di poter volare via: dentro Santa Maria dei Battuti si finisce allora in un percorso comico e inquietante guidati da figure in bilico tra la difficoltà di resistere al mondo e la tentazione di evaderne. «Ciascun personaggio di Kafka» annotava Milan Kundera, «è rinchiuso nella barzelletta della propria vita, come un pesce in un acquario – e la cosa non lo diverte affatto. Perché una barzelletta è divertente solo per chi è davanti all’acquario». 
Qui invece siamo dentro le viscere della barzelletta. 

Prima assoluta

Spettacolo itinerante nelle segrete della Chiesa di Santa Maria dei Battuti 

Gli ebrei e il popolo degli “uomini” hanno condiviso per secoli lo stesso destino di persecuzione. Popoli in tutto e per tutto, ma senza burocrazie, eserciti, polizie, sospesi a cavallo dei confini. Ebrei e zingari è un recital di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio. Musica e teatro civile per scardinare i conformismi e proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni essere umano. Moni Ovadia torna a Mittelfest con un suo storico lavoro che ci racconta di umanità errante in un tempo in preda a ribaltamenti e caos. «Noi ebrei» scrive Moni Ovadia, «abbiamo il dovere di alzare la voce contro la persecuzione di rom e di sinti, dobbiamo denunciare come malvagia e perversa l’esibizione dell’amicizia verso gli ebrei quando viene usata per legittimare la mano libera contro i nostri fratelli “uomini” e contro ogni minoranza o alterità. Ebrei e zingari è il nostro piccolo ma appassionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo». 

Confermato in Piazza Duomo
d’ora in avanti non sarà più possibile il ricovero al chiuso

Non trovi posto per gli spettacoli in Piazza Duomo? Contatta la biglietteria!

Giovani pianisti da ogni angolo del mondo, guidati in una masterclass dal pluripremiato pianista Alexander Gadjiev, ambasciatore di GO!2025 e artista residente a Mittelfest: un viaggio musicale attraverso gli slanci e le vertigini del Romanticismo. È un’epoca scossa da sublime terrore e virtuosismo tecnico, Sturm und Drang e culto del genio; è un periodo musicale irrequieto e mobile, che cela intuizioni e improvvisazioni pianistiche al di là degli stereotipi fissi con cui spesso l’abbiamo etichettato. I giovani talenti del pianoforte, sotto la guida del maestro Gadjiev, ci immergeranno in un clima di struggenti conflitti con la natura e di esaltazione della potenza tecnica dell’uomo, tra raffinatezze, insospettabili improvvisi, stravolgimenti sentimentali e ordinatissimo caos.

Programma
Schumann, Sonata n.1 op.11, primo movimento (Daisuke Yagi)
Rachmaninov, Preludi op.23 nn. 1,7 (Paola Possamai)
Improvvisazione romantica
Liszt, Studio trascendentale n.10 (Maor Sivan)
Ravel, Alborada del gracioso, da “Miroirs” (Oksana Oposhnian)
Debussy, dai Preludi, “Voiles”, “Général Lavine: eccentric” (David Irimescu)
Ligeti, due studi “Cordes à vide”, “L’escalier du diable” (Mattia Fusi)
Ravel, Scarbo, da “Gaspard de la Nuit” (Sergio Scibilia)
Messiaen, Le baiser de l’Enfant-Jèsus, dai “Vingt Regards sur l’Enfant-Jèsus” (Mattia Fusi)

Una fusione nucleare musicale, una fonte di energia dirompente che si espande su tutta la platea: sono i Kernfusion. Brucianti e veloci linee all’unisono, ritmi hip-hop e melodie affilate riempiono l’aria e guidano l’ascoltatore in un viaggio interstellare attraverso l’universo elettrico di quattro giovani musicisti della Carinzia. Insieme fin dai tempi della scuola, i Kernfusion presentano a Mittelfest il loro primo album, dove da ogni nota traspaiono la freschezza del loro talento e il profondo legame che li lega dopo più di sette anni di attività. Non sorprendetevi quando elementi di musica swing tradizionale, classici della fusion anni ’80 e paesaggi sonori elettronici si mescoleranno e un irresistibile desiderio di muovervi comincerà ad attraversarvi il corpo. 

Prima nazionale

Programma

Tutti i brani sono composti dai Kernfusion. 
Johnny New di Jonas Kočnik  
When You See Bachi di Jakob Gönitzer 
Fragments di Timon Grohs  
Bliss di Timon Grohs 
Tree Of Life di Timon Grohs  
Cool Chaos di Thomas Quendler 
5th Survivor di Jonas Kočnik